Lasciate che vi racconti una storia di amore che cresce: quella dei cani a Reykjavík.
Se siete stati in Islanda vi sarete resi conto che, rispetto all’Italia, ci sono pochi cani in giro.
La cinofilia per come la intendiamo noi sta nascendo solo negli ultimi anni.
Il cane è ancora largamente visto come animale da lavoro ed in alcune realtà rurali fa solo ed unicamente il suo mestiere di abile pastore.
Un po’ come accadeva anche in Italia una trentina di anni fa.
Nelle città, però, cominciano a comparire cani di tutti i tipi e la Hundaræktarfélag Íslands (che equivale al nostro ENCI) organizza expo di tutto rispetto.
I negozi di articoli per pet sono sempre di più e sono comparsi anche servizi di toelettatura professionale.
Tutte ottime notizie per chi ama i cani, ma in passato non era così!
Il randagismo a Reykjavík
Nei primi del ‘900 Reykjavík si stava espandendo velocemente.
La popolazione cresceva e con lei cresceva anche la produzione di spazzatura.
Fu così che in città comparsero i cani, all’epoca utilizzati unicamente come animali da lavoro per la pastorizia, attratti dagli accumuli di rifiuti.
Gli alloggi iniziavano a scarseggiare per la quantità di persone che ormai abitavano la capitale. Con la sovrappopolazione nacque un vero e proprio fenomeno di randagismo: gli animali cercavano rifugio e cibo tra le strade della città portando nel centro abitato le loro deiezioni.
Nel 1924 le autopsie fatte a causa di strani decessi misero in luce la presenza dell’Echinococcus granulosus: un pericoloso parassita del quale il cane è veicolo.
Un nemico piccolo piccolo
L’ Echinococcus granulosus è una piccolissima tenia. Il suo ospite definitivo è proprio il cane ma può prosperare anche in altri organismi (ospiti intermedi) quali cavalli, maiali, vacche, capre, pecore e umani.
Nel cane il parassita si sviluppa fino alla forma adulta e comincia a riprodursi, generando uova. L’infezione non provoca sintomatologie importanti né gravi.
Negli altri ospiti intermedi, umani compresi, le sue uova si schiudono nell’intestino e possono viaggiare in tutto il corpo attraverso la circolazione (raggiungendo fegato, polmoni, cervello, ossa ed altri organi).
Una volta raggiunta la loro nuova sede si tramutano, col corso degli anni, in grandi cisti idatidee (se vi sentite abbastanza coraggiosi cercate una foto!).
Qui nasce il grosso problema: queste cisti, se rotte, possono portare allo shock anafilattico e morte.
Ma come si contrae l’infezione?
Le uova di Echinococcus granulosus sono presenti nelle feci dei cani infetti.
Qualsiasi contatto orofecale porta gli ospiti intermedi a contrarre l’infezione. Se vi steste chiedendo “ma gli islandesi mangiavano la cacca dei cani?”, la risposta ovviamente è no.
Sarebbe bastato raccogliere verdure e lavarle poco accuratamente, o toccare cose venute a contatto con feci canine e poi non lavarsi accuratamente le mani.
Mai come adesso sappiamo quanto sia fondamentale lavarsi le mani prima di portarle alla bocca.
A quei tempi probabilmente non era così scontato e le persone si infettavano facilmente.
La soluzione drastica
Nel 1924 venne emanata una legge che bandiva i cani dalla città di Reykjavík.
Era possibile tenerli solamente nelle fattorie. I randagi dovevano essere allontanati ed assolutamente non alimentati.
Non era possibile avere un cane da compagnia e chi ne aveva ormai addomesticati alcuni tra i randagi doveva liberarsene.
Chi aveva cani da lavoro poteva ottenere permessi momentanei per condurli in città.
Fu proprio in quel momento storico che nella capitale presero piede i meravigliosi gatti che ancora oggi colorano le strade e le case degli islandesi. (scopri i gatti di Reykjavík qui!)

Reykjavík torna a scodinzolare
Il problema relativo all’echinococcosi si risolse lentamente ma la legge rimase ed i decenni passavano.
Reykjavík non era più sovrappopolata, c’erano alloggi per tutti e la cultura del cane come animale domestico iniziava a farsi strada pure in Islanda.
Gli abitanti della capitale sfidavano la legge accogliendo cani e cercando di mantenerli “segreti”, finendo spesso in tribunale pur di difendere il loro diritto ad avere un amico a quattro zampe.
L’opinione pubblica riguardo il poter possedere un cane in città era divisa: da una parte i cinofili, dall’altra chi ancora pensava ai cani come a qualcosa di compatibile unicamente con la campagna.

Negli anni ’80 fu determinante il caso del Ministro delle finanze Albert Guðmundsson che venne condannato dal tribunale di Reykjavík per aver posseduto un cane: la sua amata Lucy.
Il Ministro si rifiutò di pagare la multa salata e sfidò la polizia ad arrestarlo per un “crimine” tanto assurdo.
Di fronte all’evidente insensatezza di una legge ormai inutile (l’echinococcosi esiste ancora ora in tutto il mondo ma sappiamo come combatterla ed evitarla) il 3 Aprile 1984 la legge venne abrogata e tornarono ufficialmente i cani a Reykjavík .
Da allora gli islandesi sono liberi di godersi il proprio amico a quattro zampe anche vivendo in un centro urbano.

Avere un cane in città
Oggigiorno è possibile godersi i propri cani a Reykjavík (ed in altre are urbane) senza problemi.
Certo, non aspettatevi una cultura cinofila come quella di altri paesi, l’ingresso ai negozi ed ai ristoranti è ancora in gran parte interdetto, ma si vive benissimo anche così: con tutta la natura che c’è attorno non c’è certo bisogno di passeggiare con Fido per negozi.
Per poter detenere legalmente un cane adesso c’è bisogno di un permesso ufficiale che viene emanato dal comune.
Ogni anno bisogna includere i propri cani nella dichiarazione dei redditi e c’è una tassa di 300 ISK da pagare per ogni cane da compagnia (30 ISK se sono cani da lavoro).
I cani devono essere sverminati regolarmente e possono accedere senza guinzaglio solamente a delle aree adibite.
Girando per l’Islanda potrà capitarvi di vedere dei cartelli di “divieto cani”: per salvaguardare la fauna aviare è bene evitare che i cani frequentino aree nelle quali nidificano gli uccelli.
Oggi le associazioni cinofile chiedono insistentemente al parlamento una regolazione migliore e più dettagliata perché al momento le leggi riguardo i cani non sono molte e lasciano spazio ad interpretazioni spesso sfavorevoli.
Grazie ad un accurato lavoro di documentazione scientifica sono riusciti nell’impresa di far accorciare le settimane di quarantena che gli animali da compagnia devono effettuare prima di poter passeggiare sul suolo islandese portandole da 4 a 2 (ho parlato qui dell’importazione).
Per concludere: il mondo della cinofilia sta facendo passi avanti , i cani a Reykjavík passeggiano serenamente per le strade e le cose miglioreranno ancora nel futuro prossimo.
Col tempo, durante le vostre vacanze islandesi incontrerete sempre più code scodinzolanti sul vostro cammino.
Se invece viaggiando in Islanda voleste conoscere cani meno urbani, perché non vi fate una corsa in slitta?
Curiosità: l’Islanda ha anche qualche cane VIP!
Tra questi spicca sicuramente Ástríkur (traduzione islandese del nome Asterix), il Pomeranian di Hafþór Júlíus Björnsson: attore e strongman conosciuto ai più per aver partecipato ne Il trono di spade nel ruolo di Gregor Clegane “la Montagna”.
Se volete curiosare nella dinamica vita di questo fortunato cagnolino seguitelo sul suo Instagram!
Adesso ditemi che questo ragazzone gigantesco ed il suo piccolo amico non sono la cosa più tenera che avete visto oggi!