Mai mancare ad un appuntamento, nemmeno se sei morto! Storia di un fantasma islandese.

Si avvicina Halloween, quale momento migliore per raccontarvi la storia di un fantasma islandese?
In realtà questa storia parla più di Natale ma Tim Burton ce l’ha insegnato che Natale e Halloween si sposano alla perfezione.
Venite con me a conoscere il diacono di Myrká!

Ma facciamo uno spiegone preventivo:

I personaggi della nostra storia da BRRRividi sono:

  • il diacono della fattoria Myrká
  • la bella Guðrún (il cui nome significa “Guð-rún” nientepopodimeno che “la runa di Dio“) , collaboratrice domestica del pastore della fattoria Bægisá
  • il cavallo islandese Faxi

Avrete visto, se siete stati in Islanda, che molte fattorie hanno delle chiesette. Il nostro protagonista faceva il diacono proprio in una di queste.
Per comprendere questo racconto dovrete apprendere un paio di curiosità: il folklore islandese vuole che i fantasmi non possano pronunciare la parola “Dio”.
Parlano spesso in versi, ripetendo l’ultima parola della frase che hanno pronunciato.

C’era una volta…

…un diacono. Il nostro diacono, quello di Myrká. Il giovane aveva una tresca amorosa con Guðrún.
La sua bella viveva non esattamente a due passi da casa sua.
Per raggiungerla bisognava percorrere un lungo tragitto ed attraversare persino il fiume Hörgá.
Mica come adesso, che con Google Maps e la macchina sotto le chiappe in due minuti arriviamo ovunque!

Secondo il vecchio principio secondo il quale “l’Amore è cieco ma la sfiga ci vede benissimo” poco prima di Natale il buon diacono, carico di ottimismo, montò in groppa al fedele Faxi e si diresse verso casa della sua bella con l’intento di invitarla al ballo natalizio di Myrká.
Guðrún fu felice di accettare e si congedò dal suo amato il quale prese immediatamente la strada del ritorno.

Come spesso accade a Dicembre, nei giorni antecedenti aveva nevicato moltissimo. Il ghiaccio aveva reso parti del fiume Hörgá una lastra spessa (che permetteva di attraversarlo a cavallo) e, come se le condizioni generali non fossero già abbastanza infime per un viaggio, le giornate erano molto brevi e buie.

Un’incisione raffigurante Il diacono di Dark River da una pubblicazione del 1864.

Lungo la tenebrosa strada del ritorno, il diacono arrivò al fiume e lo trovò sorprendentemente libero dal ghiaccio. In Islanda, si sa, il clima cambia repentinamente.
Il corso d’acqua si era gonfiato e le lastre di ghiaccio erano state spazzate via. Il diacono, cavalcando il buon Faxi, seguì la sponda fino ad arrivare ad un “ponte di ghiaccio” rimasto in piedi.
Decise di attraversarlo ma quando fu nel bel mezzo del fiume il ghiaccio cedette. Cavallo e cavaliere caddero nelle acque gelide.

La mattina successiva all’incidente un fattore della zona vide Faxi, sellato di tutto punto, fradicio e ferito. Non ci mise molto ad immaginare cosa fosse successo. Percorse la sponda del fiume ed i suoi dubbi vennero confermati: sulla riva giaceva il corpo del diacono, con un grande buco dietro la testa, probabilmente ucciso dall’urto con un grosso pezzo di ghiaccio.

Il poveretto fu sepolto nel cimitero della sua chiesa a Myrká la settimana prima di Natale.

In tutto ciò, l’ignara Guðrún si svegliò la mattina della vigilia di Natale tutta contenta e nel tardo pomeriggio iniziò a vestirsi coi suoi migliori abiti per andare al ballo. La voce della morte del suo amato non l’aveva raggiunta.
Era quasi pronta quando qualcuno bussò alla porta. Una sua amica andò ad aprire e non vide nessuno nella penombra. Guðrún pensò ad uno scherzo del suo amato ed uscì comunque, mettendosi velocemente il cappotto ed infilando solo una manica per la fretta.

La luna era alta nel cielo e le nuvole la coprivano di quando in quando. Faxi attendeva davanti alla porta ed a fianco a lui un uomo, del quale si intravedeva giusto la sagoma, invitava la giovane a salire a cavallo aiutandola.
Silenziosamente salì anch’egli in groppa e cominciarono a cavalcare verso Myrká.

Fotogramma preso da un video del Festival del cinema delle scuole secondarie superiori islandesi

Nei giorni successivi il fiume Hörgá si era nuovamente ghiacciato creando un “ponte” sul quale Faxi saltò, facendo scivolare in avanti il cappello del suo padrone e scoprendo la grossa lesione che lo aveva ucciso.
Guðrún, messa letteralmente di fronte al cranio scoperto del suo amato, rimase sorpresa (ma va?!). Impassibile questo le disse: «La luna svanisce, la morte cavalca. Non vedi una macchia bianca dietro la mia testa, Garún, Garún?».
Proseguirono la cavalcata in silenzio. Arrivati di fronte al cancello del cimitero scesero da cavallo ed il giovane le raccomandò « Aspettami qui, Garún, Garún, mentre porto il mio Faxi, Faxi, al pascolo, pascolo

Fotogramma da cartone animato del 1988

Finalmente Guðrún (meglio tardi che mai), vedendo nel cimitero una fossa vuota e scavata da poco, ebbe l’illuminazione: qualcosa non andava.
Si aggrappò alla corda della campana del cimitero giusto un attimo prima di sentire qualcosa che tentava di trascinarla nella fossa.
Per fortuna le si strappò il cappotto lungo la manica che aveva indossato. Il diacono cadde nella tomba vuota portando con sé quanto aveva strappato.
La terra ricoprì il sepolcro mentre la poveretta, terrorizzata, richiamava la gente della fattoria a sé suonando la campana.

Quella notte, così come nelle notti successive, il fantasma del diacono tornò a tormentarla. La sfortunata ragazza non poteva essere lasciata sola.
Nessuno riusciva a dormire, il Pastore provò persino a leggere il Salterio seduto sul bordo del suo letto ma nulla sembrava placare lo spirito del diacono.

Fu grazie ad un mago di Skagafjörður che si giunse alla soluzione: appena arrivò alla fattoria fece dissotterrare un grosso masso da un campo. Lo fece rotolare vicino alla fattoria ed aspettò che il fantasma si presentasse.
Quella notte con un incantesimo spinse lo spirito vicino al masso e lì lo seppellì, rotolando la pesante pietra sul suo nuovo sepolcro.

Si suppone che il fantasma del diacono giaccia ancora oggi sotto quel masso. Occhio a girare i sassi in Islanda! (No, non fatelo. A prescindere dal diacono.)

Guðrún non fu mai più la stessa dopo questi terrificanti accadimenti.

Morale: prima di andare ad un appuntamento galante controllate che il vostro amato sia vivo. Oppure indossate i cappotti con una manica sì e una no.

Curiosità:

Nel 1988 il regista Egill Eðvarsson ha trasformato questa vecchia storia in un film moderno ambientato a Reykjavík.
Nella pellicola i giovani Dagur e Gugga prendono le veci del Diacono e di Guðrún.
Devono andare ad un ballo in maschera ma il ragazzo muore in un incidente. In questa rivisitazione il prode Faxi viene interpretato da…una motocicletta!


Tutte le info raccolte in questo articolo provengono da chiacchiere fatte con islandesi e dal libro “Icelandic Folk and Fairy Tales” edito nel 1987 da Iceland Review