Natale si avvicina, che siate pronti o no.
E sapete cosa esce dalla caverna durante il periodo natalizio?
No, non Michael Bublé. Io parlo degli Jólasveinar!
Gli JólaCHI?
Gli Jólasveinar! I “Ragazzi di Natale“!
Non sono una boy band che canta carole natalizie ma tredici troll dispettosi che arrivano da Dimmuborgir (un gigantesco e meraviglioso campo di lava che potrete visitare in una delle tappe del Circolo di diamante) .
Figli dell’orchessa mangiauomini Grýla e del marito Leppalúði (il “tonto delle toppe”), hanno un gatto gigante con una vena sadica. Una famiglia come tante, insomma.
Mamma Grýla ha origini antiche (si parla del tredicesimo secolo!) ma viene collegata al Natale per la prima volta in una poesia del XVII secolo attribuita al poeta, sacertdote e pastore Stefán Ólafsson.
In quell’occasione nasce la parola jólasveinar e l’immaginario ad essa connesso.
Un’orchessa o dei poveri erranti?
Facendo ricerche su Grýla mi sono imbattuta in un’interessante teoria di Kristján B. Jónasson, editore e capo dell’associazione degli editori islandesi, il quale sostiene che in alcuni scritti del 1600 l’orchessa rappresentasse una fetta non gradita della società islandese del tempo: i poveri erranti.
Proprio nelle poesie di Stefán Ólafsson, noto per aver spesso trattato economia, società in crisi, tensioni, debiti pubblici, crescita demografica e sviluppo, si colgono riferimenti a quanto stava accadendo durante quel periodo in Islanda.
Assieme al nipote Bjarni Gissurarson racconta storie ambientate nelle campagne di Fljótsdalur e Skriðdalur (nell’est).
Grýla vaga di fattoria in fattoria uccidendo animali e persone, mutilando, distruggendo, mangiando bambini. Anche i suoi figli si muovono in cerca di cibo.
Instancabile ed affamata essa guida,”errante come le aquile“, “gruppi di viaggiatori” e “ghirlande di donne“.
Secondo le speculazioni di Kristján B. Jónasson la figura di Grýla potrebbe davvero rappresentare quella che per le classi più agiate era la grande minaccia dei poveri erranti.
Poveri che talvolta, spinti dalla disperazione e dalla fame, erano disposti a tutto pur di sopravvivere.
Ma torniamo al Natale!
Regali e patate
Questi personaggi sono stati usati dai genitori islandesi per tenere a bada i figli.
Sono quello che per noi è stato “l’uomo nero”, il “Babau”, la “Barbantana”.
Figure inquietanti che con la loro crudeltà straripante avrebbero soppresso ogni iniziativa capricciosa del pargoletto di turno.
Chi avrebbe osato disobbedire col rischio di incontrare questi loschi figuri?
I 13 Jólasveinar si sono decisamente ammorbiditi con gli anni.
All’inizio erano dei veri mostri: violenti, pericolosi, assolutamente da evitare.
Oggi sono visti dai bambini come creature potenzialmente dispettose ma tutto sommato amichevoli.
Dalla sera antecedente al 12 Dicembre i bambini (ma anche io, che sono un’adulta part-time) mettono sul davanzale della finestra una scarpa.
In questa scarpa, la mattina successiva, coloro che si sono comportati bene troveranno un regalino.
Chi invece ha fatto il cattivo…troverà una patata!
Ognuno di questi fratelli dispettosi lascia Dimmuborgir per restare tra noi per tredici giorni.
Li ha illustrati proprio per noi Licchan: talentuosa artista appassionata di Giappone che ho “trascinato in Islanda” per l’occasione.
Conosciamoli! Ne pubblicherò uno al giorno, in ordine di arrivo!
Stekkjarstaur – Palo di staccionata
Arriva nella notte tra l’11 e il 12 Dicembre, riparte il 25 Dicembre.
Questo troll arriva nel buio per rubare il latte alle pecore.
C’è un solo problema: ha rigide gambe di legno, non riesce ad essere particolarmente quatto e spaventa il gregge!
Avete presente quelle mattine nelle quali da appena svegli camminate come Robocop?
Ecco, lui cammina SEMPRE così.
Ci prova, a bere il latte, ma non è facile nelle sue condizioni e finisce per sparpagliare le pecore ovunque.
Giljagaur – Tizio dei fossi
Arriva nella notte tra il 12 e il 13 Dicembre, riparte il 26 Dicembre.
Questo troll dai capelli grigi si nasconde nei canali d’irrigazione e al momento giusto sgattaiola nelle stalle per rubare la schiuma grassa dai bidoni del latte.
E il colesterolo ALLE STELLE!
Ma è Natale, dai, chiudiamo un occhio.
Stúfur – Tozzo
Arriva nella notte tra il 13 e il 14 Dicembre, riparte il 27 Dicembre.
Questo troll è piccolino ma la stazza non gli impedisce di arrivare alle padelle, che acchiappa per raschiarne il fondo.
Chi non ha fatto la scarpetta sul fondo di una padella almeno una volta nella vita?
Þvörusleikir – Lecca cucchiai
Arriva nella notte tra il 14 e il 15 Dicembre, riparte il 28 Dicembre.
Alto e magro sfinito, questo troll si infila nelle case per andare a leccare le þvara lasciate incustodite.
Cosa sono? Lunghi mestoli di legno (a volte presentavano anche parti in metallo) che fungevano da leccapentole.
Se campa leccando mestoli non stupisce il fatto che sia secco come un chiodo. O come una þvara, in effetti!
Pottaskefill – Gratta pentole
Arriva nella notte tra il 15 e il 16 Dicembre, riparte il 29 Dicembre.
A questo piacciono i fondi delle pentole.
Si racconta che inganni i bambini facendo credere loro che ci sia qualcuno alla porta (bussa e scappa, il maledetto!) per distrarli e poter sgattaiolare in casa a fregargli la pentola che stavano ripulendo golosi.
Regola numero uno: se sentite suonare al citofono mentre state pucciando il pane nell sughetto rimasto in pentola…NON ANDATE A VEDERE CHI E’!
Askasleikir – Lecca scodelle
Arriva nella notte tra il 16 e il 17 Dicembre, riparte il 30 Dicembre.
Ai tempi nei quali sono nati gli Jólasveinar era normale poggiare a terra l’Askur: una scodella di legno nella quale venivano serviti i pasti.
Leggenda vuole che questo troll non fosse esattamente in salute ma questo non gli impediva di nascondersi sotto i letti e rubare gli Askur per mangiare gli avanzi.
Hurðaskellir – Sbatti porte
Arriva nella notte tra il 17 e il 18 Dicembre, riparte il 31 Dicembre.
Questo troll simpatico come una cartella Equitalia si infila nelle case e si diverte a urlare, fare rumori e sbattere le porte.
Ovviamente nella notte, quando tutti son belli rilassati, per il puro gusto di farvi venire un colpo.
Forse questo è il più molesto tra i fratelli.
Skyrgámur – Mangia Skyr
Arriva nella notte tra il 18 e il 19 Dicembre, riparte il 1 Gennaio.
Di questo troll si dice che sia dannatamente stupido.
Si infila nelle case per rubare lo skyr (se non sapete cosa è lo skyr scopritelo tra le cinque cose da mangiare in Islanda) e ne mangia così tanto da ritrovarsi pieno, ansimante e ululante.
So che avete vissuto la stessa esperienza al sushi all you can eat. Lo so.
Bjúgnakrækir – Ruba salsicce
Arriva nella notte tra il 19 e il 20 Dicembre, riparte il 2 Gennaio.
Zitto zitto, questo agile troll si arrampica sulle travi del tetto e ruba le salsicce che vengono appese ad affumicare.
Il bjúgur è una salsiccia (quelle “fatte in casa” le ho sempre viste più simili a un cotechino) nella maggior parte dei casi di carne ovina ma è facile trovarne anche di carne suina e equina.
Gluggagægir – Spia finestre
Arriva nella notte tra il 20 e il 21 Dicembre, riparte il 3 Gennaio.
Questo è il più inquietante del gruppo. Spia da tutte le finestre, zitto, scrutando attorno alla ricerca di qualcosa di dolce da rubare.
Se vi sentite osservati sapete a chi dare la colpa.
Gáttaþefur – Annusa spiragli (delle porte)
Arriva nella notte tra il 21 e il 22 Dicembre, riparte il 4 Gennaio.
Ha un grosso naso snesibilissimo che gli serve ad annusare meglio, come diceva il collega Lupo di Cappuccetto rosso.
Questo troll annusa l’aria che passa dagli spiragli delle porte per sentire se in giro c’è del Laufabrauð, un sottile pane decorato e fritto che è tradizione preparare in questo periodo.
Volete prepararlo, almeno avràqualcosa da annusare? Scoprite “tre carboidrati islandesi da preparare a casa“!
Ketrókur – Aggancia carne
Arriva nella notte tra il 22 e il 23 Dicembre, riparte il 5 Gennaio.
Questo furbacchione cala un uncino dal comignolo di casa per sgraffignare la carne di agnello appesa ad affumicare.
Ketrókur arriva durante la notte della Þorláksmessa (messa di Thorlac): una celebrazione in onore di Thorlak Thorhallsson, vescovo di Skálholt, che venne fatto Santo nel 1984.
In questo giorno, anniversario della sua morte, è tradizione mangiare la skata: una Razza del nord Atlantico fermentata (l’odore è decisamente pungente ma il sapore sorprende per la sua delicatezza) accompagnata da grasso di pecora, patate, pane e burro.
Dunque occhio, che vi distraete col pesce e questo vi frega l’agnello!
Kertasníkir – Sgraffigna candele
Arriva nella notte tra il 23 e il 24 Dicembre, riparte il 6 Gennaio.
L’ultimo dei 13 fratelli è un appassionato di candele e le vuole tutte per lui.
Non solo è affascinato dalla loro luce ma le mangia pure!
Le candele erano fatte di sego (grasso animale) ed erano l’unica forma di luce artificiale quando sono nati questi personaggi.
…e lo Jólaköttur?
Il “gattino” di questa famiglia tutta particolare è gigantesco.
Compare tra i personaggi del folklore nel XIX secolo (l’avranno adottato successivamente!) e gira tra case alla ricerca di bambini (o anche adulti, secondo alcune fonti) che non hanno ricevuto un capo di abbigliamento entro la vigilia di Natale.
E se li trova? LI MANGIA. Altro che croccantini al pollo.
Si dice che la figura dello Jólaköttur sia nata per incentivare chi lavorava alla produzione della lana affinché tutto il prodotto fosse processato entro le feste.
L’Islanda ha avuto una lunga storia di esportazione della lana.
Era un materiale fondamentale per la sopravvivenza economica del paese.
Nella maggior parte delle famiglie tutti i membri, anche i più piccoli, avevano un ruolo nella realizzazione di filati. Era di vitale importanza che il lavoro fosse terminato il più in fretta possibile affinché l’economia potesse girare al meglio.
E come li pagavano, questi ferventi lavoratori? Spesso…con della lana!
Lana che veniva tramutata in preziosi capi d’abbigliamento, fondamentali per vivere a quelle latitudini, che le famiglie si regalavano per Natale.
Tanti meno abbienti hanno ricevuto in dono da famiglie più facoltose calzini, sciarpe, cappelli e maglioni grazie alla minaccia del micione.
Ricordate quel triste momento nel quale a Natale vi passavano un pacchetto e già dalla consistenza sapevate che all’interno ci sarebbe stato qualche orrendo maglione?
Eh. Rivalutate il tutto: VI STAVANO SALVANDO LA VITA!
Avete vogli di gattini ma non volete farvi masticare vivi? Venite a conoscere i Gatti di Reykjavík!
Un grandissimo ringraziamento a Liana Lenge AKA Licchan, illustratrice col cuore grande che ha saputo avvicinarci un po’ di più alla magia degli Jólasveinar.
Fonti:
Stefán Ólafsson í Vallanesi og mannæturnar di Kristján B. Jónasson
Íslenskar þjóðsögur og sagnir – igfús Sigfússon
Á mörkum mennskunnar – Viðhorf til förufólks í sögnum og samfélagi – Jón Jónsson
Yule Lads Legend – Heidi Herman
Mývatnsstofa ehf
Saga daganna – Árni Björnsson
Jólakötturinn – Hugleikur Dagsson
…e tanti cari amici islandesi!
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