Siamo italiani e il cibo sarà sempre una delle cose che ci piace di più scoprire durante i nostri viaggi.
Pane e dolci, quei deliziosi e “proibiti” gioielli dell’alimentazione, sono eccezionali anche al Nord.
Perché non provare a cucinare a casa tre divini carboidrati islandesi?
Laufabrauð – “old but gold”!
Di questi periodi lo trovate ovunque.
In qualsiasi casa e supermercato. Su Instagram, su Facebook, CI CIRCONDA.
Alzate un sasso? C’è un laufabrauð fumante che vi aspetta.
Perché?
Perché è un pane tipico del periodo natalizio, anche se viene spesso cucinato anche durante il periodo del þorrablót (una festa che si svolge il primo venerdì successivo al 19 Gennaio e durante la quale si mangiano specialità islandesi -anche le più bizzarre- e si beve. Si beve talmente tanto che poi si canta e si balla).
É davvero molto semplice da preparare, è divertente decorarlo in compagnia ed è bellissimo mangiarlo circondati dai propri affetti più cari.
Prendete nota e datevi da fare, perché qui…SI FRIGGE!
Ingredienti
- 500g farina
- 20g zucchero
- 4g sale
- 5g lievito “Royal” (sarebbe la baking powder, se la trovate in Italia usate quella, altrimenti fate 2.5g di cremor tartaro + 2.5g bicarbonato)
- 60g burro
- 300ml latte intero
- Olio per friggere
Sporchiamoci le mani!
- Mettete il latte sul fuoco, a fiamma bassa, e fateci sciogliere dentro il burro senza mai arrivare a bollore. Spengere appena il burro sarà sciolto.
- Mescolate in una ciotola farina, zucchero, sale e lievito con una spatola, poi aggiungi il latte e burro gradualmente. Quando il tutto si sarà trasformato in una bella palla di pasta tiratela fuori dalla ciotola e impastate a mano per una decina di minuti.
- Fate un serpentello cicciotto con la pasta e tagliatelo a metà. Dividete ogni metà in 10 parti. Avete 20 porzioni di laufabrauð!
- Acchiappate il mattarello, è ora di spianare! Non siate tirchi con la farina (altrimenti vi si appiccica tutto al banco di lavoro) e cercate di appiattire ognuna delle 10 porzioni in un cerchio sottilissimo. Ho visto nonnine islandesi stendere in un lampo dei cerchi perfetti alti un millimetro. A meno che non siate cintura nera di laufabrauð , tranquilli: voi stendete la pasta bella sottile e poi rifilate i bordi con l’aiuto di un piatto.
- Scatenate l’artista che è in voi! Esiste uno strumento apposito per praticare i tipici tagli che vedete decorare questo pane fritto ma se ne può fare a meno. Prendete un coltello affilato e dateci dentro!
Per fare prima, piegate in due (senza farla attaccare) la pasta e praticate dei taglietti obliqui lungo la piega. Quando riaprirete il disco vedrete dei tagli a V. Piegatene verso il basso uno sì e uno no per ottenere il classico decoro. Se volete assicurarvi che stiano giù umettatevi il dito con l’acqua e “appiccicateli” bene! - Mettete l’olio sul fuoco. Se siete “di quelli gourmet” e avete un termometro, mi dicono che i 180° siano perfetti per il laufabrauð . Una volta raggiunta la temperatura friggete un disco per volta. Un minuto, massimo due per lato. Quando lo vedrete prendere colore giratelo.
- Tolti dall’olio fateli scolare su qualche foglio di carta assorbente. Le nonnine islandesi cintura nera di laufabrauð a questo punto applicano qualcosa di pesante per appiattirli (io ho sempre visto usare un vassoio con sopra una pentola) ma io non ci riesco, se cerco di appiattirli li spacco tutti. Però oh, son buoni anche spaccati o stortarelli!
Come si mangiano?
Si mangiano con sopra una generosa dose di burro (di quello buono!) e spesso accompagnano l’agnello affumicato.
Io lo amo anche così, senza niente.
Insomma, è pane fritto e croccante, c’è veramente bisogno di aggiungerci qualcosa per renderlo buono?
Ah, l’ho provato anche con sopra una spolverata di zucchero a velo. Non male, per niente!
Kleinur – non 100% islandesi ma…
No. Sebbene le troviate ovunque, le kleinur non sono islandesi.
Questi deliziosi dolcetti fritti si trovano un po’ in tutto il mondo scandinavo e non solo lì. Ma chissenefrega, sono buonissime e gli islandesi le adorano, dunque lasciatemele mettere in questa lista!
Si preparano senza grosse difficoltà, sono dolci, sono fritte…vi servono altri motivi per prepararne qualcuna?
Dai, facciamo merenda!
Ingredienti
- 500g farina
- 175g zucchero bianco
- 50g burro freddo
- 1 uovo medio
- 6g di lievito “Royal” (sarebbe la baking powder, se la trovate in Italia usate quella, altrimenti fate 3g di cremor tartaro + 3g bicarbonato)
- 1 cucchiaino raso di bicarbonato
- ½ cucchiaino di sale
- 250ml di Súrmjólk (si può sostituire col Kefir, molto più reperibile in Italia)
- ½ cucchiaino di essenza di cardamomo -non serve per forza ma agli islandesi piace molto!-
- 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
- Olio per friggere
Sporchiamoci le mani!
- Fate il burro a cubetti e cominciate a impastarlo energicamente con farina, zucchero, lievito, bircabonato e sale. Se avete una planetaria…lasciate che faccia il suo lavoro buttandoci tutto dentro.
- Aggiungete a quanto ottenuto l’uovo, il Súrmjólk/Kefir e le essenze. Continuate a impastare come dei forsennati fino ad ottenere una massa omogenea e liscia. Ci vuole un po’ di tempo ma vi giuro che sarete ripagati degli sforzi.
- Mettete l’impasto in una ciotola, copritelo con la pellicola e lasciatelo riposare mezz’ora circa.
- Recuperate l’impasto riposato, dividetelo secondo come vi torna più comodo e stendetelo col mattarello. La pasta dovrà avere uno spessore di circa 5 mm. Aiutatevi con la farina affinché non si attacchi al piano di lavoro.
- Tagliate l’impasto steso nell’inconfondibile forma delle kleinur. a rombi! Una volta ottenuti i vostri rombetti, fate un taglio verticale al centro e fate passare una delle due punte più allungate all’interno di questo taglio. Ecco, adesso sì che avete delle kleinur degne di questo nome!
- DAJE COL FRITTO. Gli “Iginio Massari” della situazione si muniscano di termometro e controllino la temperatura fino al raggiungimento dei 180°. Gli altri vadano un po’ ad occhio, buttando nell’olio pezzettini di pasta con sguardo dubbioso fino al raggiungimento del “ma sì, dai, mi sa che va bene”.
- Tuffate le kleinur nella loro personalissima piscinetta di olio rovente e guardatele mentre prendono il tipico colore bruno-dorato.
Ci vuole circa un minuto e mezzo per lato. Poi tamponatele con cura con della carta assorbente.
Come si mangiano?
In tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, direbbe Valerio Scanu.
C’è chi le zuppa nel caffè, chi nel latte, chi le mangia così al naturale e chi ci aggiunge una bella cucchiaiata di confettura di rabarbaro per rendere il tutto ancora più ANTIDIETA.
Fatele vostre e godetene come più preferite.
Non fate gli ingordi, però, condividetele con gli amici!
Rúgbrauð – il miglior pane di segale del mondo!
Questo pane ha una storia antica. Il motivo? Semplice: la segale era economica rispetto agli altri cereali.
Veniva cucinato nelle pentole, sulla brace che rimaneva accesa dopo aver preparato la cena.
Sviluppava naturalmente la dolcezza che lo contraddistingue grazie alla cottura lenta che fa la magia di trasformare gli amidi in zuccheri.
Nel 2o° secolo, però, sono arrivati i forni e il rúgbrauð è cambiato.
Vediamo un po’ come prepararlo a casa!
Ingredienti
- 380g farina di segale
- 190g farina bianca
- 750ml di Súrmjólk (si può sostituire col Kefir, molto più reperibile in Italia)
- 15g di lievito “Royal” (sarebbe la baking powder, se la trovate in Italia usate quella, altrimenti fate 3g di cremor tartaro + 3g bicarbonato)
- 13g bicarbonato
- 5g sale
- 330g Golden Syrup (se preferite prepararlo in casa vi lascio la ricetta a fondo pagina)
Sporchiamoci le mani!
- Mettete insieme le farine, il bicarbonato e il sale. Mescolate bene!
- Aggiungete il Súrmjólk/Kefir e il Golden Syrup. Mescolate ancora!
- Una volta ottenuto un composto omogeneo (a vederlo sembrerà un fallimento umidiccio e appiccicoso, vi avviso!) mettetelo in uno stampo precedentemente imburrato e foderato con carta forno. Io utilizzo quello per i Plum cake, è perfetto!
- Preriscaldate il forno a 200°. Infornate il vostro rúgbrauð e tenetelo a questa temperatura per trenta minuti, dopodiché abbassate la temperatura a 100° e lascietelo lì…sette/otto ore. Sì. Sette/otto. No, non scherzo.
Poi oh, dategli un’occhiata, lo vedete se prende fuoco… - Una volta pronto, toglietelo dallo stampo e avvolgetelo in un morbido abbraccio con un canovaccio da cucina. Lasciatelo raffreddare così affinché non formi una crosta dura.
Come si mangia?
Visto che il processo per prepararlo non è esattamente veloce, io cerco sempre di infornarne almeno due. Se non volete mangiarvi entrambe le pagnotte in tempo record potete sempre farlo a fette e surgelarlo. Certo, non è come il pane fresco ma quando ho fretta ne scongelo un paio di fette direttamente in padella e sono comunque divine.
Questo pane chiama burro. E sì, il burro islandese è una cosa a sé ma anche in Italia ci sono dei burri di qualità.
Potete mangiarlo così, semplicemente imburrato, oppure aggiungere del salmone.
Se poi proprio volete esagerare, accompagnate a questo pane divino del Plokkfiskur (vi ho scritto la ricetta in “cinque cose da mangiare in Islanda“) e via, siete alle porte del paradiso!
Ma come lo faccio il Golden Syrup a casa?
Il Golden Syrup non è altro che una sorta di caramello liquido.
Vediamo come farlo!
Ingredienti
- 500ml acqua
- 50ml succo di limone
- 1kg zucchero bianco
Sporchiamoci le mani!
- Fate caramellare in 70ml di acqua 250g di zucchero (senza darvi fuoco!) a fiamma bassa.
- Fate bollire l’acqua rimanente in un pentolino.
- Quando nella prima pentola si sarà formato il caramello aggiungete il limone, il resto dello zucchero e l’acqua bollente.
- Continuate a cuocere a fiamma bassa per un’ora circa.
- Il Golden Syrup sarà pronto quando avrà una consistenza simile a quella del miele.
- Una volta pronto versatelo in un vasetto per le conserve e lasciatelo riposare almeno 48 ore prima di utilizzarlo.