Quando chiedo “secondo voi qual è l’animale più longevo d’Islanda?” tutti pensano ai cavalli o alle balene.
Una volta mi hanno risposto “l’orso polare!”.
Prima di tutto: in Islanda non ci sono orsi polari.
Qualcuno di loro è arrivato a bordo di un iceberg ma ha fatto una brutta fine (sono stati tutti soppressi).
Secondariamente: l’animale più longevo d’Islanda è…
…una vongola.
Proprio così.
Lo so, vi immaginavate qualche creatura dall’aria mitologica ma no, qui parliamo di lei: l’ Arctica Islandica.
Questo mollusco, simile alle nostre vongole ma più grande (mediamente circa 5 cm) e scuro, è sul podio degli animali che vivono più a lungo al mondo.
Il più longevo in assoluto se scartiamo le colonie animali quali alcuni tipi di spugne e coralli.
La nostra longeva eroina è una vongolona nera discretamente furba che, a differenza di molte “colleghe”, vive solamente sotto il livello della marea più bassa.
Non è dunque possibile pescarla senza dover dragare il fondo marino.
E sì, dico pescarla perché effettivamente la creaturina è commestibile (commercializzata con il nome di Vongola artica) e viene allevata per il commercio ittico.
Mollusco Matusalemme
Ma allora, quanto vive l’animale più longevo d’Islanda?
A dire il vero non si sa con certezza quanto sia vissuta la vongola più vecchia ma abbiamo il campione per eccellenza: Hafrún (mistero dell’oceano), detta anche Ming.
Se ne stava lì, nella sabbia scura attorno all’isola Grímsey, quando un gruppo di ricercatori gallesi l’ha dragata via da quella che molto a lungo era stata casa sua.
Quanto a lungo? Lo stabilirono contando le linee presenti nella sezione del guscio, un po’ come si fa anche con gli alberi.

Inizialmente Hafrún venne datata dai ricercatori dell’università di Bangor come 405enne.
Solo successivamente, nel 2013, il biologo marino Rob Witbaard appurò (anche grazie al Carbonio-14) che la vongola in realtà aveva 507 anni al momento del ritrovamento.
Il secondo nome Ming, infatti, deriva dal fatto che la giovinetta era nata proprio durante quella lontana dinastia.
Nessuno sa quanto ancora avrebbe potuto vivere se non fosse stata pescata e congelata per la ricerca. Oggi il suo prezioso guscio riposa nel National Museum di Cardiff.
Qual è il segreto di tanta longevità?
Restiamo su Hafrún: stiamo parlando di una vongola nata nel 1499.
Amerigo Vespucci si stava imbarcando per il suo primo viaggio verso l’appena scoperta America e Leonardo Da Vinci progettava il ritratto mai completato (ed oggi esposto al Louvre) di Isabella d’Este.
Come ha fatto questo animaletto tanto piccolo ed elementare a vivere così a lungo?
L’Arctica Islandica ha tempistiche molto più rilassate rispetto alle altre vongole.
Ha il metabolismo rallentato al punto che anche l’invecchiamento arriva con calma.
Impegna dai 5 agli 8 anni per raggiungere la maturità e per i successivi 25 anni circa il tasso di antiossidanti presenti nel suo organismo diminuisce.
E dopo i 25 anni che fine fanno, gli antiossidanti?
Rimangono incredibilmente stabili permettendo a questi animali di vivere a lungo senza sostanziali cambiamenti. Altro che botulino!
Le vongole islandesi vivono quella che gli scienziati definiscono senescenza trascurabile.
Il freddo che “conserva”.
La temperatura influisce fortemente sullo sviluppo della nostra super-vongola.
Rallenta ancor di più la sua crescita e il suo metabolismo, permettendole di raggiungere facilmente età impensabili per un essere umano.
Studi hanno evidenziato che la stessa specie di vongola nata e cresciuta più a sud, è molto meno longeva.
Le Arctica Islandica presenti nella baia di Kiel (Nord della Germania, Mar Baltico) raggiungono un’età media di 30 anni circa.
Quelle che invece crescono nella baia tedesca (Nord della Germania, Mare del Nord), più esposta alle correnti e più fredda, vivono mediamente 150 anni.
Un guscio che è una macchina del tempo.
Il guscio della vongola centenaria parla a chi lo sa ascoltare.
Esaminando la presenza di isotopi di ossigeno presenti in ogni singolo “anello di crescita” della buona vecchia Hafrún, hanno potuto determinare quale sia stato il pattern climatico di 5 secoli.
È stato possibile determinare la temperatura e salinità dell’oceano per ognuno dei 507 anni nei quali il mollusco ha vissuto, ignaro del suo destino e del suo prezioso apporto scientifico, tra le sabbie del nord dell’Islanda.

Oggi i gusci di Arctica Islandica vengono sezionati e studiati in tutto il mondo.
Una linea spessa rappresenta un “buon anno” per la vongola. Buone temperature, mare non inquinato.
Una linea sottile rappresenta un anno più difficile.
“Questo è importante per la comprensione di quanto i cambiamenti nell’oceano influiscano sul clima della terra . La cosa veramente incredibile è che il pattern osservato in questo tipo di molluschi corrisponde a quello che troviamo negli alberi.”, ha dichiarato lo zoologo marino Rob Witbaard.
La concentrazione di altri elementi nel guscio (calcio, zinco, magnesio…) può essere misurata per determinare quanto in un determinato periodo l’Oceano sia stato inquinato e acidificato.
Non l’avreste mai detto ma se oggi siamo così ricchi di dettagli sui cambiamenti climatici lo dobbiamo anche alle vongole islandesi.
Fonti:
Bonitz, F., Andersson, C., Trofimova, T., and Hátún, H. (2018). Links between phytoplankton dynamics and shell growth of Arctica islandica on the Faroe Shelf. J. Mar. Syst. 179, 72–87. doi: 10.1016/j.jmarsys.2017.11.005
Cargnelli, L. M., Griesbach, S. J., Packer, D. B., and Weissberger, E. (1999). Ocean Quahog, Arctica Islandica, Life History and Habitat Characteristics. NOAA Technical Memorandum NMFS-NE-148. Woods Hole, MA: U.S. Department of Commerce, 1–12.
Dahlgren, T., Weinberg, J. & Halanych, K. Phylogeography of the ocean quahog (Arctica islandica): influences of paleoclimate on genetic diversity and species range. Marine Biology 137, 487–495 (2000).
Sclerochronologic and oxygen isotope analysis of growth increments in shells of the bivalve Arctica islandica from southwest off Iceland, V. Melvik, 2017