L’Islanda e la luna

Cosa hanno in comune l’Islanda e la luna?
Io sulla luna non ci sono mai stata ma l’Islanda, ormai, un pochettino la conosco.
Ha fatto crescere in me emozioni con la stessa naturalezza con la quale la luna innalza i mari.

Haruki Murakami scrisse:

“Una solitudine pura e una pace profonda. Le cose migliori che la luna possa offrire agli uomini.”

Non è forse questo, che ci offre l’Islanda?

Gli addestramenti NASA

Correva l’anno 1965.
Alla radio impazzavano Pink Floyd, Beatles e…Iva Zanicchi.
Lo spazio non era mai stato così affascinante: si vociferava che qualcuno avrebbe presto messo piede sulla luna, ed era vero. Sarebbe successo.
Ma prima serviva un po’ di esercitazione. Islanda compresa.

Quale posto migliore per allenare degli astronauti sui temi geologici?
Nessuno sapeva come sarebbe stato il suolo lunare.
Addirittura qualcuno pensava che astronauti e mezzi sarebbero potuti affondare in un profondo strato di polvere superficiale.
L’unica cosa certa era che la luna fosse quanto di più simile ad un suolo vulcanico.
Ed è qui che entrò in gioco la nostra amata isola.

Immaginate di crescere col classico “voglio fare l’astronauta” e di riuscirci pure.
Gli occhi fissi al cielo, non aspettate altro.
Poi vi piazzano su un volo per la luna e…vi dicono che dovrete studiare il terreno.
I corsi di geologia destinati agli astronauti destarono un tiepido interesse. Nelle classi regnava la noia.

Fu così che la NASA decise di alzare l’asticella e portare i propri uomini direttamente sul campo.
Improvvisamente la geologia divenne una gradevole compagna di viaggio per gli astronauti.

Ritaglio dal Morgunblaðið del 4 Luglio 1967

Vennero spronati ad apprendere anche con quello che chiamarono “Moon game”: divisi in squadre, gli veniva assegnato un compito e la prima squadra a portarlo a termine con successo vinceva.
Una buona dose di sana competitività fu un aiuto in più per approfondire la conoscenza dei materiali presenti sul suolo islandese.

I team si esercitarono anche in altri luoghi (compresi Hawaii e Alaska) ma in seguito dichiararono che l’Islanda e la luna erano le più simili tra di loro.

Le squadre

Gli astronauti che studiarono la geologia islandese fanno parte della grande “famiglia del programma Apollo“.
Il primo gruppo di studenti spaziali era costituito da Anders, Eisele, Chaffee, Bassett, Cunningham, Bean, Scott, Eisele, Cernar e Williams.
Passarono un’intera settimana a studiare formazioni vulcaniche ed entroterra.

Ritaglio dal Morgunblaðið del 26 Giugno 1967

Due anni dopo, nel 1967, il secondo gruppo (composto da Lind, Kerwin, Duke, Carr, Brand, Armstrong, Anders, Haise, Gibson, Garriott, Evans, Engle, McCandless, Mattingly, Lousma, Worden, Weitz, Swigert, Schmitt, Roosa, Pogue, Mitchel e Michel) ebbe occasione di imparare a identificare e classificare campioni geologici.
Lavorarono nell’area del Mývatn, del canyon Drekagil e della caldera di Askja.

L’Islanda nel cuore

Molti degli astronauti che si esercitarono in Islanda finirono per tornarci.
Questa terra, con le sue peculiarità, era rimasta nel cuore di molti.

Ritaglio dal Morgunblaðið dell’8 Luglio 1967

Neil Armstrong, primo uomo ad aver messo piede sulla luna e appassionato pescatore, portò il figlio Mark negli stessi luoghi nei quali si era esercitato con la NASA.
Era rimasto impressionato dalla quantità di pesci presente nei fiumi islandesi e passò una settimana a pescare in compagnia del giovane Mark .

Foto by Wikimedia Commons

Bill Anders portò con sé durante la missione Apollo 8 una moneta islandese da 25 Aurar (circa 0,25 Corone islandesi di oggi).
Quello fu il primo volo ad orbitare attorno alla luna, nel Dicembre 1968.

50 anni dopo

Foto da Wikimedia Commons

A sottolineare il legame tra l’Islanda e la luna, nel Giugno del 2015 i nipoti di Neil Armstrong inaugurarono un monumento dedicato ai 32 astronauti che si esercitarono in Islanda.
Due colonne di basalto sorreggono due sfere di acciaio rappresentanti Terra e Luna.
Tra le colonne una lastra nera recita “Apollo astronaut training in Iceland” e seguono i nomi di tutti i fortunati uomini della NASA che poterono approfondire non distante da lì le loro conoscenze geologiche.

Questo monumento è a Húsavík, proprio di fronte al Museo dell’Esplorazione.
Ve ne avevo parlato brevemente nell’articolo sul Circolo di Diamante ma torno a dirvi ancora una volta che vale la pena di visitarlo, soprattutto se siete degli appassionati di “questioni spaziali”!

Le sale da visitare sono diverse ma permettetemi di concentrarmi sull’aspetto spaziale: potrete vedere decine di fotografie risalenti al periodo degli addestramenti NASA in Islanda, oggetti dell’epoca, toppe, riviste, cimeli (tra i quali la monetina di Bill Anders e degli ami di Neil Armstrong) e utili pannelli informativi.

L’ingresso è ad offerta. Pagate quel che volete ma non fate il braccino corto, mi raccomando!

Liquirizie…spaziali!

Potevano mancare delle liquirizie a tema? No davvero!
La Góa ha dedicato alle missioni spaziali Apollo una linea intera: le Appolo Lakkrís.

Ce ne sono di tutti i tipi: dai classici cilindretti di liquirizia salata fino a quelli ripieni di dolce marzapane aromatizzato. Liquirizie pepate, barrette di cioccolata ripiene di liquirizia, rotelle, stringhe…ce n’è per tutti i gusti!
Non fatevi mancare un assaggio quando andrete in Islanda!

Fate un salto sulla luna

Ci sono luoghi, su quest’isola, che vi faranno sentire veramente come foste sulla luna o su qualche altro strambo pianeta.
L’entroterra è fantastico: impervio, primitivo, dipinto di colori incredibili ma per raggiungerlo servono mezzi 4×4 e una buona capacità di condurli anche attraverso guadi.
Qua vi consiglio qualche posto “alieno” facilmente raggiungibile!

Gunnuhver

Foto di Visit Reykjanes

Questo paradiso geologico sito nella penisola di Reykjanes sembra uscito da un film di fantascienza.
Dal terreno, costellato di ribollenti pozze di fango, si alzano bianche colonne di vapore.
L’acqua della zona è resa acida dall’anidride carbonica e l’acido solfidrico.
Sbuffi, gorgoglii e colori vi faranno pensare di essere su un altro pianeta.
Potrete avvicinarvi alla grande fumarola grazie a delle rampe in legno.

Seltún

Foto di Visit Reykjanes

Sempre nella penisola di Reykjanes potrete visitare questo sito geotermale ricco di colori.
I minerali dipingono la terra e il fango in mille tonalità di rosso, ocra e grigio.
Anche qui non mancano fumarole e pozze di fango.
Passeggiate seguendo le passerelle in legno e riempite la macchina fotografica di foto che non renderanno mai quei colori come sono dal vivo!

Hverfjall

Che l’Islanda e la Luna siano legate a doppio filo non c’è dubbio, e Hverfjall lo dimostra.
Un gigantesco cratere di tufo ad est del lago Mývatn.
Con un diametro di un chilometro, è il più grande cratere di questo tipo al mondo.
Potrete salire fino al bordo (in 20 minuti, di più se avete il culo pesante come il mio) e ammirarne l’interno.
Attorno a voi un paesaggio unico al mondo sul quale far scivolare lo sguardo. Vi sentirete piccolissimi.

Hverir

Fumo, fango, odore di zolfo, terra colorata di giallo, arancio, grigio, bianco.
Benvenuti a Hverir! Anche questa meraviglia si trova nella zona del Mývatn.
Quest’area è anche detta “la cucina del diavolo”. Ora, io non so cosa cucini il diavolo ma a giudicare dall’odore il menu comprende delle uova.
Perdetevi tra le fumarole e le pozze di fango ribollenti ma non uscite mai dai sentieri segnati: il terreno in molti punti è sottile e non volete scoprire l’efficienza dei pronto soccorso islandesi, vero?

Adesso avete un motivo in più per partire: visiterete l’Islanda e la luna!